La mano è propriamente il «segmento distale dell’arto superiore, che fa seguito all’avambraccio, comprendente il palmo, il dorso e le dita». Così la definizione la cui formulazione è attribuita a Brunetto Latini, maestro di Dante, nel suo Tesoretto. Senza le mani noi umani non avremmo mai potuto evolverci, come ha mostrato Charles Darwin.
Le mani sono tutto, e da lì comincia tutto, dal senso del tatto alla scrittura, dalla carezza alla manipolazione di qualsiasi oggetto che prendiamo in mano. Come non ricordare la scena epica di 2001 Odissea nello spazio dove la mano diventa uno strumento di morte e l’osso che la grande scimmia stringe tra le sue dita si trasforma progressivamente nel gioco delle rotazioni di una stazione spaziale sospesa nella dimensione senza fine dell’universo.
La mano ci ha insegnato a fare e a pensare, poiché le due attività sono strettamente legate. Forse per questo Scarabocchi. Il mio primo festival ha pensato di ricominciare da lì, giocando sulla parola «U-mano», immaginando che quel segmento distale indicato da quattro lettere sia iscritto nella parola che usiamo nella nostra lingua per indicare noi stessi, aggettivo e anche sostantivo allo stesso tempo: l’organo con cui facciamo quasi tutto quello che facciamo, esclusi i compiti che affidiamo alle macchine.
Le mani dei bambini e le mani degli artisti: facile e immediato pensare a tutto quello che si può fare in un laboratorio per i piccoli e per gli adulti, a partire dalla mano che disegna una mano, l’opera di M. C. Escher ripresa da Saul Steinberg, simbolo della ricorsività e dello strano paradosso che ci affascina ogni volta che lo rivediamo disegnato. Le mani fanno le mani, nei molteplici sensi della frase, in un gioco di parole e di immagini che esploreremo insieme, ancora una volta a Novara, con i piccoli atelier per bambini e per adulti, nelle lezioni con esercitazioni, nelle conferenze e negli incontri allestiti nello spazio dell’Arengo: per esercitare le mani, per conoscerle e per sapere che, se anche tutti dicono mano, sono sempre due, al plurale, opposte e simmetriche.
Marco Belpoliti, curatore Scarabocchi
