
Le edizioni
2022 | IN GIOCO: FIGURE E PAROLE
La parola gioco ha due diversi significati e due diverse origini. Viene dal latino iocu che significa propriamente «gioco di parole, facezia», ovvero l’elemento dello «scherzo»; poi c’è la parola ludu, che è quella che usiamo comunemente come aggettivo – ludico – che significa «gioco in azione». Parola e azione sono i due aspetti preponderanti del gioco. Nel progettare la nuova edizione di Scarabocchi. Il mio primo festival abbiamo tenuto conto di questi due significati. Ci sono incontri in cui l’aspetto della parola ha la sua prevalenza, e altri in cui è l’azione ludica a dominare.
Il festival giunto alla sua 5. edizione conferma la sua vocazione a tenere insieme incontri parlati e laboratori di attività, incontri per bambini e ragazzi e quelli per adulti, che insieme compongono il pubblico privilegiato della nostra festa che si tiene come ogni anno a Novara negli spazi del Broletto, nel suo grande cortile e nelle stanze dell’antico palazzo.
2021 | L'ALBERO
I due grandi temi che hanno occupato i nostri pensieri e le nostre immaginazioni in questo anno e mezzo di pandemia: il corpo e la Natura. Il corpo perché i nostri corpi di bambini e di adulti erano esposti al rischio del contagio, della malattia e persino della morte. Poi subito dopo il pensiero è andato alla Natura intorno a noi, alle nostre città inquinate, all’aria che respiravamo, al bisogno di ritrovare un equilibrio con tutto ciò che non è un prodotto dell’uomo e del suo lavoro.
La Natura, di cui siamo parte, ha nell’albero un simbolo infantile intramontabile ed eterno. Così dopo l’anno scorso, in cui abbiamo concentrato sul tema del corpo la nostra attenzione nei laboratori del festival, quest’anno ci concentriamo invece su questo tema.
2020 | CORPI
Quante volte durante la pandemia ci siamo messi intorno al tavolo con i bambini per disegnare o semplicemente scarabocchiare?
I più grandi raffiguravano la casa, gli adulti, la scuola chiusa, gli oggetti, qualcuno anche dei sogni, o ricopiavano i fumetti. I più piccini provavano a scrivere frasi e lettere, ed erano sgorbi, scarabocchi, ghirigori colorati, viluppi di segni. Qualcuno succhiava la matita come fosse un biberon, a volte c’era il lancio dei pennarelli.
In quei giorni sentivamo il bisogno di manifestare il nostro corpo, di farlo incontrare con quello degli altri nella lontananza forzata.
Per questo quando abbiamo pensato di ritrovarci a Novara con la 3. edizione di Scarabocchi, il titolo c’era già: Corpi. Il corpo dei bambini e dei genitori, il corpo degli illustratori e degli artisti, il corpo della città e quello dei suoi spazi aperti.
2019 | SCARABOCCHI E ANIMALI
La stessa parola, “scarabocchio”, contiene in sé tracce animali: il linguista Giacomo Devoto vi vede l’incrocio tra escharbot, “scarafaggio”, e scarabèo, per via della forma che hanno di solito gli scarabocchi, ovvero l’impronta di uno scarabeo. Anche per questo, il filo rosso che unisce gli appuntamenti della seconda edizione del festival è proprio l’indagine sui movimenti “animali” degli scarabocchi e le forme bizzarre che creano.
2018 | SCARABOCCHI
Cosa sono esattamente gli scarabocchi? Il ponte che unisce disegno infantile e scrittura adulta? Casuale e malfatto, lo scarabocchio sfugge al controllo della mente, è un atto involontario che produce una forma distratta, chiave d’accesso al mondo interiore del bambino che l’ha prodotta ma anche dell’adulto che ha tracciato dei segni sul foglio, magari sovrappensiero, mentre è intento in altro. Lo scarabocchio è un filo ingarbugliato che unisce e ricorda ai grandi la propria età bambina.